E’ frequente ascoltare la notizia che in Italia la liquidità sui conti correnti ha raggiunto livelli record. In realtà nel corso degli anni, non c’è stato mai un segnale d’inversione di tendenza di questo fenomeno ed inoltre i flussi di liquidità tendono ad aumentare maggiormente nei periodi di crisi.
Questa tendenza, tuttavia, non è una caratteristica solo italiana, perché l’accumulo della liquidità è comune a tutti i Paesi europei.
In buona sostanza una cifra enorme pari ad i 2/3 del PIL europeo non è investito e rimane fermo, parcheggiato ed immobilizzato nei conti correnti. Siamo in presenza della versione 2.0 del vecchio detto, “mettere i soldi sotto il materasso”, poiché il conto corrente di fatto è diventato un vero e proprio ”materasso digitale” (apparentemente) a costo zero.
Ma quali sono le ragioni alla base di questo fenomeno?
I motivi sono diversi. Per citarne solo un paio:
- L’aumento dell’incertezza. Le giacenze di liquidità tendono ad aumentare maggiormente nei periodi di crisi. Le crisi generano incertezza e quest’ultima fa ridurre la propensione ad investire in attività più a rischio, sebbene più redditizie. Il cervello umano, per istinto di autoconservazione, cerca di tutelarci inducendoci ad accumulare risorse da mettere al sicuro. Ma la ricerca di porti sicuri fa a sua volta crescere ancora di più lo stock di liquidità che rimane ferma sui conti correnti, in assenza di valide alternative sicure remunerate.
- Bassa educazione finanziaria. L’Italia non svetta tra le prime posizioni delle classifiche per educazione finanziaria. Ciò è dovuto anche ad un certa “cattiva abitudine” tipicamente italiana d’investire: prestare soldi allo Stato, che garantiva cedole elevate e sicure. Ma con i tassi a zero e la fine dei guadagni facili con i titoli di Stato considerati “sicuri”, non si è sempre accompagnata un’evoluzione verso altre forme alternative d’investimento (che non siano le case) ed è rimasto il mantenimento di una sorta di scetticismo verso l’investimento azionario, quello previdenziale o la mancanza di cultura della protezione dagli imprevisti ricorrendo a varie forme di assicurazioni.
L’eccesso di liquidità viene spesso giustificato con il bisogno di far fronte agli imprevisti della vita che possono accadere. Il pensiero diffuso è che si possa far fronte questi imprevisti con dotazioni proprie, quando invece l’utilizzo di coperture assicurative può garantire una maggiore efficienza. Questo approccio diffuso, in realtà nasconde, come vedremo più avanti, una strategia d’investimento miope improntata solo sul breve periodo, alla base della quale c’è la totale mancanza di pianificazione.
Gli svantaggi di detenere troppa liquidità sul conto corrente
Vari studi hanno dimostrato gli svantaggi di detenere di troppa liquidità sul conto. Tra questi ci sono argomentazioni che ricordano il rischio del bail in: per depositi sopra i 100 mila euro non c’è alcuna garanzia qualora la banca fallisca .
Un’altra argomentazione fa riferimento a quel rischio sempre in agguato del prelievo forzoso, la patrimoniale all’Amato, ovvero quella tassa secondo la quale lo Stato italiano, con una legge improvvisa e retroattiva, giustificato dalla necessità di rimborsare parte del suo debito non sostenibile, entrò improvvisamente sui conti correnti dei privati per prelevarne forzosamente una somma. Giusto per ricordare cosa avvenne:
https://www.money.it/25-anni-fa-prelievo-forzoso-Amato-crollo-lira
Questi due rischi, sebbene si siano entrambi già verificati nel passato, a mio avviso sono di minore importanza rispetto ad un terzo, molto più subdolo, perché lavora occultamente tutti i giorni.
Mi riferisco all’erosione del potere acquisto dovuto al lento lavorìo dell’inflazione. A tutti gli effetti, l’inflazione agisce come una tassa patrimoniale occulta ed è quell’elemento che non viene mai considerato da coloro che hanno una predilezione a mantenere ferma la liquidità su un conto corrente.
E’ stato calcolato che un capitale depositato sul conto corrente, tra inflazione e costi, si decurta di circa il 2% all’anno. Rapportando su un arco temporale di 10 anni, questa perdita del potere acquisto può costare addirittura un 25%.
La patrimoniale occulta dell’inflazione
La perdita del valore d’acquisto dl 10 mila euro
Oggi |
10.000 € |
Dopo 1 anno | 9.812 € |
Dopo 2 anni | 9.714 € |
Dopo 3 anni | 9.617 € |
Il falso mito della riserva di liquidità per fronteggiare gli imprevisti della vita.
Un argomento spesso portato a giustificazione è che l’ampia dotazione di liquidità serve far fronte ad imprevisti di varia natura che potranno accadere.
Ciò è confermato da uno studio di Prometeia e Ipsos, che hanno analizzato le scelte degli italiani ponendo agli intervistati la seguente domanda: “In caso di accadimento di gravi eventi negativi tali da mettere a repentaglio il suo benessere e quello del suo nucleo famigliare, come pensa di farvi fronte?”
La maggioranza degli intervistati afferma che ricorrerà proprio al risparmio e alla liquidità accumulata; una percentuale ancora più elevata addirittura dice di “non pensarci” (!!) fin quando l’evento negativo non si avvererà. Purtroppo solamente il 9% degli intervistati afferma di adottare soluzioni assicurative per coprirsi dagli imprevisti che possono capitare nella vita.
La soluzione suggerita da una corretta pianificazione patrimoniale e finanziaria
Ma perché ricorrere all’accumulo di liquidità per proteggersi non è efficiente? Proviamo a capirlo insieme.
L’acquisto di una copertura assicurativa favorisce un’ottimizzazione del proprio patrimonio tramite un diverso impiego degli attivi detenuti a copertura dei rischi, perché assicurandosi si libera parte del capitale mantenuto in questa riserva precauzionale, che non essendo un vero investimento, ha il difetto della perdita di valore nel tempo.
Nell’esempio che segue si vede il portafoglio di un investitore prima e dopo l’inserimento di una polizza assicurativa. Il cliente nella prima fase, si sta autoassicurando, cioè ha deciso di proteggersi da solo mantenendo un’alta riserva di liquidità (a sinistra).
Nel secondo caso, dopo aver fatto bene i calcoli magari grazie al suggerimento di un bravo consulente finanziario, l’investitore capisce che invece conviene ricorrere ad una polizza per proteggersi da quei rischi di cui sente esigenza. Facendo così, si libera buona parte del capitale da dedicare ad investimenti di crescita di medio-lungo termine finalizzati al raggiungimento dei veri obiettivi di vita, come ad esempio avere una maggiore rendita pensionistica futura, oppure costituire gradualmente un capitale per finanziare gli studi universitari dei figli. E ciò è possibile impegnando solo una piccola parte di tutta quella liquidità tenuta ferma e che adesso si libera grazie ad una semplice assicurazione.
In altre parole, usando solo l’1% del capitale che si manteneva come riserva di liquidità, si va a pagare un’assicurazione che servirà a dare quelle coperture di cui abbiamo parlato. Il restante 19% è liquidità liberata per ottimizzare il capitale complessivo, ovvero per opportunità di investimento che massimizzano il rendimento e diversificano i rischi.
Nel precedente grafico, a sinistra è riportata l’allocazione dei bisogni in caso di assenza di coperture assicurative: liquidità per spese impreviste, liquidità per spese correnti e la percentuale di crescita dell’investimento. Se invece si attivassero delle coperture assicurative (grafico a destra), la liquidità per le spese correnti rimarrebbe la stessa, ma la liquidità per le spese impreviste andrebbe ad assottigliarsi in maniera importante, dando più spazio alla componente di crescita e di investimento a più alto rendimento.
La pianificazione patrimoniale e finanziaria serve proprio a questo: a far capire che la gestione integrata dei rischi di protezione e finanziari sono strettamente collegati. Proteggersi da una parte consente di liberare riserve di liquidità e dall’altra di accedere a soluzioni di rendimento per il portafoglio. Questo esempio rende evidente come una situazione finanziaria in assenza o in presenza di coperture assicurative cambi il risultato in maniera determinante.
Altra soluzione: come evitare il costo opportunità del “non investimento”.
Il grafico sottostante è particolarmente interessante. Ci dice che da 47 anni a questa parte il mercato azionario mondiale è salito per la maggior parte del tempo, generando rendimenti interessanti. Chi ha avuto una strategia d’investimento e la lungimiranza di non misurare il portafoglio sul breve termine, ha portato a casa una crescita interessante.
Fonte: Franco Bulgarini
Nonostante il mercato azionario mondiale rappresenti un motore di performance che lavora da solo, pochi sono coloro che riescono a sfruttarlo in modo corretto. Anche qui la causa è la mancanza di una strategia d’investimento e di una corretta pianificazione.
La liquidità che si deve mantenere sul conto corrente dovrà essere solo quella necessaria per fronteggiare le spese correnti di alcuni mesi, mentre il resto conviene investirlo.
Il grafico sottostante mostra questo concetto e fa capire quanto costa detenere troppa liquidità ferma sul conto corrente.
Si sono messi a confronto due portafogli uguali, diversificati con azioni ed obbligazioni: l’unica cosa che differisce è la quantità di cash presente in ciascuno di essi.
Il primo portafoglio (linea grigia inferiore) detiene il 30 % di liquidità; mentre il secondo (linea blu superiore) ha solo il 5% di liquidità.
La differenza nel corso del tempo diventa molto importante ed il gap tra le due linee rappresenta il costo della liquidità lasciata ferma sul conto corrente.
In conclusione, detenere troppa liquidità è molto costoso: è vero che “Cash is King”…. ma il re questa volta è piuttosto povero!
Matteo Fini
Suggerimenti per la sopravvivenza finanziaria (e non).
A volte mi sorge il dubbio che argomento in modo troppo tecnico e razionale le mie tesi, tanto da sembrare troppo numeriche, fredde e quindi estranee al proprio stile di vita e modo di pensare.
Poco male.
Per fortuna c’è chi sa trattare questi argomenti in modo ben più piacevole.
Ad esempio, i Dire Straits con la loro mitica “Money for Nothing” https://youtu.be/wTP2RUD_cL0
Sono sicuro che essi vi sapranno conquistare molto meglio quanto sappia fare io.
Buon ascolto!