Benvenuti nel quarto trimestre, un periodo importante nella stagionalità per il mercato!
La volatilità in genere raggiunge il picco ed i prezzi azionari trovano un minimo. Ottobre è l’ultimo mese di volatilità, dal quale poi solitamente iniziano i migliori tre/sei mesi dell’anno per le azioni, periodo che va tra la fine di ottobre e l’inizio di maggio. L’indice di riferimento dei mercati azionari, S&P 500 ha registrato un guadagno medio del 7,15% tra il 31 ottobre e il 30 aprile dal 1950. Confrontando questo con il rendimento medio dell’1,66% per l’altra metà dell’anno, si può capire perché il periodo che si apre è indicato come il periodo favorevole per le azioni.
Ad esempio, l’anno scorso, in piena allerta pandemia, abbiamo registrato il più forte rendimento dei sei mesi negli ultimi sette decenni, con il mercato rimbalzato dai minimi della pandemia tracciati nel 2020. Ma mentre potrebbe non essere ragionevole aspettarsi una ripetizione di questo rendimento eccezionale, la forza dell’attività economica sottostante durante questo lasso di tempo dà ancora motivo di aspettarsi che il mercato rimanga ben supportato, giustificando gli investimenti nel comparto azionario.
Tutto così bello e facile? Ahimè, non proprio.
Lo scenario stagionale sopra descritto ci dà un’indicazione dell’evoluzione più probabile dei mercati “a parità di condizioni economiche e fondamentali”. Ebbene, dobbiamo rilevare che da qualche settimana, soprattutto le condizioni macro mostrano segni che, qualora confermati, potrebbero portare a un cambiamento importante della visione di fondo.
Come mai?
Ci sono stai alcuni elementi che hanno colto di sorpresa e che non erano stati previsti da economisti ed analisti. E non mi riferisco alle vicenda della cinese Evergrande, alla quale qui dedico solo qualche riga giusto per mettere la cosa nella giusta prospettiva.
EVERGRANDE E LA CINA
La vicenda della cinese Evergrande tutto sommato non mi preoccupa molto. Essa è effetto naturale di quelle riforme che Pechino sta attuando per avere un’economia meno sperequata, più equilibrata e più sostenibile a livello di indebitamento “nel lungo periodo”. Tuttavia, “nel breve periodo”, queste scelte portano a fallimenti e turbolenze in alcuni settori dell’economia. Che la vicenda Evergrande sia un problema secondario è confermato dall’andamento dell’indice azionario cinese CSI 300, che è salito in settembre del 2,5. Dato che stupisce, se confrontato all’indice americano l’S&P500, che ha chiuso settembre con un ribasso del 4,8%, il peggior mese da marzo del 2020!
Del resto, parlando della Cina, si sta parlando di un colosso che ha dei numeri che in Europa ci sogniamo: ha le spalle abbastanza grosse per gestire internamente questo problema internamente.
Con questi numeri, la Cina continua a rappresentare un’opportunità d’investimento, al netto della volatilità di breve termine.
I 4 fattori sottovalutati dagli economisti ed analisti
Ritornando invece a comprendere cosa è emerso nelle ultime settimane e che può cambiare lo scenario in cui ci muoviamo, le mie attenzioni si concentrano maggiormente su altri fattori di cui i media italiani parlano poco, ma vengono da lontano e possono introdurre fenomeni negativi e strutturali che, se non gestiti nel modo adeguato e fuggono di mano, possono far abortire lo scenario di crescita mondiale e rendere molto difficile tutto il 2022.
In particolare, sono quattro i fattori che non sono stati previsti, o comunque sottovalutati, da economisti ed analisti di tutto il mondo:
- La carenza dei semi-conduttori
- L’esplosione dei costi di trasporto
- L’aumento dell’inflazione
- La crisi energetica globale
La carenza di semi-conduttori sta portando ad una paralisi di molti settori industriali, colpendo in primis l’automotive. Ad esempio, è di questi giorni la notizia la Toyota (il più grande produttore di autoveicoli al mondo), sarà costretta a chiudere temporaneamente alcune fabbriche per mancanza di chips, necessari per le centraline elettroniche delle automobili. Ciò crea uno shock nella famosa Supply Chain, la catena di trasmissione della produzione mondiale, perché il primo a farne le spese è il settore della logistica e trasporti, come mostra il grafico sottostante
Il problema si va ad allargare, perché oltre ai blocchi del flusso del lavoro a livello globale questo determina ritardi di consegna merci, mancanza di approvvigionamenti (non solo biciclette, ma ad esempio container di gas e petrolio). Vedremo più in seguito cosa vuol dire.
Connesso a questo è il secondo elemento, cioè l’esplosione dei costi di trasporto.
I continui blocchi anche per aver sottovalutato la portata della quarta ondata “Covid”, meglio conosciuta come “Variante Delta”, ha portato ad un fermo dei trasporti ed un conseguente aumento delle tariffe della logistica.
Questo vuol dire merci più costose, cioè inflazione.
E si arriva al terzo punto: l’aumento dell’inflazione: è temporanea o strutturale? Non si sa.
I banchieri centrali stanno raccontando la storia che tutto è sotto controllo e che l’aumento dei prezzi è fenomeno passeggero, effetto naturale della ripartenza dell’economia globale passando dal lockdown alla riapertura.
Il grafico di sotto ci dice che il fenomeno della crescita dei prezzi si sta manifestando non solo in Italia, ma anche in tutta Europa:
Stesso fenomeno si registra anche nel resto del mondo.
Probabilmente che l’inflazione non sia un fatto temporaneo, ma più strutturale è dovuto anche al quarto fattore che gli economisti non hanno assolutamente previsto: l’aumento dei prezzi dell’energia. In Italia si parla di un aumento della bolletta che costerà alle famiglie tra i 500 ed i 1.000€ in più all’anno, probabilmente sterilizzato con una diminuzione del’IVA, almeno stando alle promesse dell’attuale governo. Ma allargando la visione fuori dal nostro rione, il fenomeno è di portata globale, regalo della Cina (come il Covid), che ha esaurito le proprie scorte di gas (legato al ritardo delle consegne dei containers di gas liquido e petrolio) e con impennata dei prezzi del gas a livello mondiale.
Il grafico di sotto mostra il prezzo del gas in Europa.
Se l’Europa piange, anche altri non ridono. La Cina sta attraversando una seria crisi energetica, tanto da contingentare l’utilizzo dell’elettricità. E’ di qualche giorno fa la notizia che un’azienda cinese che fornisce un componente dell’Iphone 13 alla Apple è costretta a mantenere chiusa la fabbrica, poiché ha esaurito le sue ore a disposizione di utilizzo dell’elettricità concessale dal governo.
Per sopperire a questa mancanza di energia, la Cina sta ritornando all’utilizzo del carbone, tanto è vero che anche i prezzi di questa materia prima stanno iniziando ad impennarsi.
Non devo certo spiegare l’impatto a livello globale di questo fenomeno.
Quale scenario per gli investimenti finanziari?
I mercati finanziari stanno incorporando tutte questi fattori imprevisti e lo stanno facendo in questi giorni. Per questo motivo si sta assistendo ad un ribasso delle quotazione delle obbligazioni; ad un ribasso dei mercati azionari, specialmente quelli che avevano più di tutti esagerato al rialzo (tecnologia); ad una forte crescita dei prezzi di petrolio e gas; ed un rafforzamento del dollaro, visto sia come rifugio dall’incertezza, sia come area dove dirigere gli investimenti per spuntare migliori tassi d’interesse, man mano che salgono..
Sono questi i fattori alla base degli scossoni e ribassi di settembre. Nella mia visione, l’incertezza con cui si è chiuso settembre sarà anche il motivo dominante che caratterizzerà il mese di ottobre. Ma se le discese saranno importanti, vuol dire che si creeranno spazi per ottime occasioni di acquisto, allo scopo di caricare i portafogli per quello che sarà il rialzo di fine anno, che, tranne qualche rara eccezione, si è sempre verificato.
La morale è: per il momento, è meglio rimanere fermi e prudenti. Le occasioni per fare buoni investimenti non tarderanno a presentarsi. A tal proposito si veda il mio articolo, che scrissi un anno fa di questi tempi https://www.finimatteo.it/la-liquidazione-dei-morti/